Evento passato — 

L’uomo è solo?
Nel mondo affollato in cui cedono le relazioni significative e aumentano le diversità la solitudine cresce.

Partecipano: Michel Agier,  N.T. Binh,  Bice Curiger,  Telmo Pievani,  Thomas Ruff,  Salvatore Settis, 

Salvatore Settis

Salvatore Settis

Telmo Pievani

Telmo Pievani

Michel Agier

Michel Agier

Bice Curiger

Bice Curiger

Thomas Ruff

Thomas Ruff

N.T. Binh

N.T. Binh

Abstract

Descrizione

Quale solitudine? Il concetto racchiude i significati di stare da soli e sentirsi soli e può assumere sfaccettature diverse. 
Essere soli può essere una condizione necessaria per intraprendere un percorso nella ricerca di senso e liberarsi dalla condivisione con la maggioranza per sviluppare la propria autonomia di pensiero e di azione. Essere soli è allora una scelta per una pienezza dell’esistenza. 
“Essere soli è il destino di tutti i grandi spiriti: un destino a volte deplorato ma sempre scelto come il minore dei mali” (Schopenhauer, “Aforismi sulla saggezza della vita”).

Ma la solitudine è anche il sentimento che accompagna il restringimento delle possibilità, la finitezza dell’esperienza rispetto all’infinito spaziale e temporale. Di fronte al proprio destino ultimo si è soli “Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole, ed è subito sera” (Quasimodo, “Ed è subito sera”).

La solitudine è una condizione ineludibile dell’esistenza umana data dall’impossibilità di uscire dal proprio modo di percepire le cose. Nell’esperienza del vuoto, l’uomo è prigioniero di sé stesso nella mancanza di rapporti interpersonali, insoddisfacenti per la loro natura o per impossibilità a stabilire rapporti significativi. Si può sentirsi soli nella famiglia, nella comunità, nel lavoro, in un contesto ritenuto indifferente o ostile.

Sul piano oggettivo, esiste la solitudine degli esclusi, delle minoranze, degli anziani, la solitudine della caduta nelle traiettorie di vita, la solitudine dei re. Anche gli eroi, di fronte alla depossessione, erano soli. Nel mondo contemporaneo interconnesso dalle tecnologie digitali, ci sono i non connessi, i distaccati da ciò che collega la maggioranza.

Anche le neuroscienze hanno aperto prospettive sulle implicazioni a livello cerebrale dei contatti e della loro assenza.

L’arte, che ha rappresentato nella sua storia il distacco del genio rispetto al mondo quanto il desiderio di vivere in  compenetrazione con esso, ha utilizzato la solitudine come strumento di meditazione e di costruzione formale, ma ne ha anche fatto la culla protetta di una sensibilità metafisica che dal Rinascimento chiamiamo melancolia.

It En

Program

Official greetings from Mr. Marco Borradori, Mayor of Lugano City
Introduction of the day by director of the Museo Cantonale d’arte
Marco Franciolli
Moderated by Elena Volpato, Art historian

Introduction by professor Salvatore Settis, archeologist and art historian

Presentation by Telmo Pievani, Philosopher of the Sciences, Biologist and Evolution Theory Expert

Lunch time

Presentation by professor Michel Agier, ethnologist and anthropologist

Presentation by Bice Curiger, art historian and art critic

Pause

Presentation by Thomas Ruff, artist, in dialogue with Bice Curiger and Elena Volpato

Presentation by N.T Binh, Film critic

Discussion, question time and closing remarks

Come arrivare

In auto
Parcheggi a pagamento disponibili in zona.

In treno
Dalla stazione ferroviaria di Lugano (www.ffs.ch) l’USI è raggiungibile in bus (TPL) o a piedi.

In bus dalla stazione: sul piazzale davanti alla stazione prendere il bus 6 (direzione "Cornaredo") e scendere alla fermata "Università" (circa 6 minuti).

In bus dal centro città: informarsi sul sito dei Trasporti Pubblici del Luganese (TPL).

A piedi dalla stazione circa 20-25 minuti

Visualizzazione ingrandita della mapa

Contributi e partners

Con il contributo di: 

In collaboration with:

  • Museo Cantonale d'Arte
  • Museo d'Arte, Lugano

Partners:

  • ProMuseo Associazione degli Amici del Museo Cantonale d’Arte
  • Società Ticinese di Belle Arti
  • L’Ideatorio dell’Università della Svizzera Italiana

Michel Agier

Michel Agier

Direttore di ricerca all’Istituto di ricerca per lo sviluppo e direttore di studi à l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (EHESS) a Parigi. Precedentemente direttore del Centre d’Etudes africaines (2004-2010) e coordinatore del Programma ASILES al Ministero della ricerca francese (2005-2009). Membro di diversi consigli di associazioni internazionali. I suoi studi si focalizzano sulla mondializzazione, le condizioni e i luoghi di esilio, la produzione della figura di “straniero” in differenti contesti e la formazione di nuovi contesti urbani. Ha condotto ricerche nelle grandi città dell’Africa e dell’America latina, e in seguito, in diversi Paesi europei. Autore di libri (l’ultimo: "La condition cosmopolite. L’anthropologie à l’épreuve du piège identitaire", ed. La Découverte, 2013), dossier collettivi, capitoli e articoli su riviste scientifiche internazionali.

N.T. Binh

N.T. Binh

Critico di cinema alla rivista Positif dal 1979, dove firma con il nome Yann Tobin. Specialista del cinema hollywoodiano, autore di diversi libri tra cui su Mankiewicz, Lubitsch, Ingmar Bergman, Prévert e Carné. Ha collaborato a pubblicazioni collettive sulla direzione degli attori, l’arte della sceneggiatura, le relazioni tra registi e produttori. Collabora all’Encyclopaedia Universalis. Insegna cinema in diverse università tra cui l’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne ed è membro del gruppo di ricerca CICLAHO («Cinéma classique hollywoodien») all’Université Paris X. E’ anche autore di sceneggiature ed ha diretto documentari su Lubitsch, Resnais, Tavernier, il cinema britannico contemporaneo, Claude Sautet e altri soggetti. E’ stato inoltre curatore di diverse mostre sul cinema.

Bice Curiger

Bice Curiger

È storica dell’arte, critica ed è stata curatrice alla Kunsthaus di Zurigo fino al 2013, realizzando una ventina di mostre di richiamo internazionale a Zurigo e in molte altre sedi prestigiose come il Guggenheim di New York, la Hayward Gallery a Londra e il Centre Pompidou a Parigi e ha curato numerosi cataloghi.

È co-fondatrice e caporedattrice dal 1984 della rivista bilingue "Parkett" (Zurigo, New York, più di 90 volumi pubblicati), dal 2004 direttrice anche di "Tate etc" (la rivista della Tate Gallery di Londra), è stata nella giuria del DAAD di Berlino (l’organizzazione mondiale per la promozione degli scambi accademici), ha fatto parte della Kunstkommission federale (1984-1994) e del consiglio dell’università di Zurigo (1999-2004), ha avuto la cattedra di Rudolf Arnheim all’Università di Berlino (2006-2007) e ha insegnato all’Accademia di Mendrisio. Ha ricevuto numerosi premi come il Kulturpreis del Canton Zurigo, il Premio Meret Oppenheim, La medaglia Heinrich-Wölfflin e l’Ordine di Chevalier des Arts et des Lettres. Ha diretto la Biennale di Venezia del 2011 "ILLUMinazioni-ILLUMInation" ed è autrice di numerosissime pubblicazioni. Attualmente è direttrice della Fondation Vincent van Gogh ad Arles.

Telmo Pievani

Telmo Pievani

È professore associato presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Padova, dove ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche.

Presso lo stesso Dipartimento è anche titolare dell’insegnamento di Antropologia. Dal 2001 al 2012 è stato in servizio presso l’Università degli studi di Milano Bicocca.

È autore di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali nel campo della filosofia della scienza.

Fa parte del Comitato Etico e del Comitato Scientifico della Fondazione Umberto Veronesi per il progresso delle scienze, per la quale collabora ai comitati di programma delle conferenze mondiali "The Future of Science" e "Science for Peace".

E’ direttore di Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione.

Thomas Ruff

Thomas Ruff

Ha studiato fotografia con Bernd e Hilla Becher alla Kunstakademie Düsseldorf, dove dal 2000 al 2005 ha insegnato Fotografia. È famoso per alcune serie di lavori tra cui: “Portraits” (1981-1985) ritratti simili a foto da passaporto ispirati ai metodi di osservazione della polizia tedesca negli anni ’70; “Sterne” (dal 1989), da materiale d’archivio di cui ha ingrandito dettagli in grandi formati; “Nacht” (1994-1995), edifici e interni visti con la luce infrarossa utilizzata a scopi militari durante la guerra del golfo; “Nudes” e “Jpeg”(2009), ingrandimenti di immagini tratte da internet trattate digitalmente, sempre basate su un materiale fonte alterato in modo tale che il risultato diventi un’astrazione di forme; “Cassini”, immagini elaborate partendo da fotografie della NASA di saturno e “Mars” di marte. Sue opere sono state esposte in molte gallerie e alla Documenta 9 (1992), alle Biennali di Venezia (1995 e 2005), di Sidney (1996) e di Sâo Paolo (2002) e si trovano nei più importanti musei tra cui il Metropolitan e il Guggenheim a New York, l’Hamburger Bahnhof–Museum für Gegenwart a Berlino, il Moderna Museet a Stoccolma, The Art Institute a Chicago, il Dallas Museum of Art.

Salvatore Settis

Salvatore Settis

Ha diretto a Los Angeles il Getty Research lnstitute (1994-99) e a Pisa la Scuola Normale Superiore (1999-2010).

È stato presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali (2007-2009) ed è tra i founding members di European Research Council.

Ha tenuto le lsaiah Berlin Lectures all’Ashmolean Museum di Oxford e le Mellon Lectures alla National Gallery di Washington, e ha avuto la Càtedra del Museo del Prado a Madrid.

E’ presidente del Consiglio Scientifico del Louvre. E’ membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia delle Scienze di Torino, dell’ Istituto Veneto, dell’American Philosophical Society di Philadelphia, dell’American Academy of Arts and Sciences e delle Accademie di Francia, di Berlino, di Baviera e del Belgio.

I suoi interessi di ricerca includono temi di storia dell’arte antica e moderna, nonché di orientamento e politica culturale, per i quali ha ottenuto premi e riconoscimenti in Italia e all’estero. Autore di numerose pubblicazioni e libri tradotti in molte lingue e curatore di importanti opere collettive, attualmente dirige per l’editore Panini di Modena la collana Mirabilia Italiae.