Christoph Ransmayr - Del viaggio e della scrittura
Solo su invito
Christoph Ransmayr è un viaggiatore. La maggior parte della ventina di libri che ha pubblicato finora parla di viaggi, e l’incontro con l’ignoto e l’inatteso ne è una parte imprescindibile. Con Martin Meyer parlerà della partenza, dell’arrivo e della fine dei viaggi e della scrittura, in particolare in riferimento al suo ultimo romanzo Cox oder Der Lauf der Zeit [Cox o il corso del tempo] e all’Atlante di un uomo irrequieto, che racconta dei rischi e dei pericoli in cui si può incappare quando si desidera raggiungere terre incognite e luoghi utopici.
Christoph Ransmayr
Christoph Ransmayr, nato a Wels (Austria), nel 1954, ha studiato filosofia ed etnologia e oggi vive a Vienna. Oltre ai romanzi Il mondo estremo (Mondadori, 1989), Gli orrori dei ghiacci (Leonardo, 1991), Il morbo Kitahara (Feltrinelli, 1997) e La montagna volante (Feltrinelli, 2008) ha pubblicato testi in prosa in cui sperimenta con varie forme narrative, tra cui Atlante di un uomo irrequieto (Feltrinelli, 2015). I suoi libri, tradotti in oltre trenta lingue, gli sono valsi numerosi riconoscimenti, tra cui i premi letterari dedicati a Friedrich Hölderlin, Franz Kafka e Bertolt Brecht, il premio Mondello, il premio Aristeion, il premio francese per il miglior libro straniero e il premio Jean Monnet per la letteratura europea. Il suo ultimo romanzo, Cox oder Der Lauf der Zeit (S. Fischer, 2016), è ancora inedito in italiano.
BibliografiaLa bibliografia delle opere originali può essere consultata qui: www.ransmayr.eu/werke
Opere in traduzione italiana:
Atlante di un uomo irrequieto, 2015, Feltrinelli
Radiosa fine. Il non nato, 2009, Liberilibri
La montagna volante, 2008, Feltrinelli
Il morbo Kitahara, 1997, Feltrinelli
Il mondo estremo, 1989, Mondadori (nuova edizione: Il mondo estremo, 2009, Feltrinelli)
Gli orrori dei ghiacci, 1991, Leonardo (nuova edizione: Gli orrori dei ghiacci e delle tenebre, 2008, Feltrinelli)
Martin Meyer
Martin Meyer, nato nel 1951 a Zurigo, è giornalista, pubblicista e autore. Ha studiato storia, letteratura e filosofia e ha conseguito il dottorato con una tesi su Schiller e il romanticismo tedesco. Sono seguite pubblicazioni su Ernst Jünger, i diari di Thomas Mann e il tema della fine della storia. Tra le più recenti segnaliamo Piranesis Zukunft. Essays zu Literatur und Kunst (Carl Hanser Verlag, 2009) e Albert Camus – Die Freiheit leben (Carl Hanser Verlag, 2013). Dal 1974 è stato redattore delle pagine culturali della Neue Zürcher Zeitung, sezione che ha diretto dal 1992 al 2015. Nel 2004 ha ricevuto il Premio europeo per la saggistica della Fondazione Charles Veillon, nel 2011 la laurea ad honorem dall’Università di San Gallo, nel 2015 il Premio Kythera e nel 2016 è stato insignito del Premio Ludwig Börne nell’ex chiesa di San Paolo a Francoforte. È membro corrispondente dell’Accademia tedesca per la lingua e la letteratura.
BibliografiaLe opere di Martin Meyer non sono state tradotte in italiano.
Opere originali:
Albert Camus – Die Freiheit leben, 2013, Carl Hanser Verlag
Piranesis Zukunft: Essays zu Literatur und Kunst, 2009, Carl Hanser Verlag
Beethovens Klaviersonaten und ihre Deutung – «Für jeden Ton die Sprache finden ...» - András Schiff im Gespräch mit Martin Meyer, 2007, Beethoven-Haus
Krieg der Werte, 2003, Nagel und Kimche
Alfred Brendel: Ausgerechnet ich. Gespräche mit Martin Meyer, 2001, Carl Hanser Verlag
Tagebuch und spätes Leid. Über Thomas Mann, 1999, Carl Hanser Verlag
Ende der Geschichte?, 1993, Carl Hanser Verlag
Ernst Jünger, 1990, Carl Hanser Verlag
Idealismus und politische Romantik: Studien zum geschichtsphilosophischen Denken der Neuzeit, 1978, Bouvier