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Salvatore Veca - Il senso delle possibilità: frammenti di un discorso utopico

Salvatore Veca

Salvatore Veca (nato a Roma nel 1943) è un filosofo italiano. Allievo di Enzo Paci e Ludovico Geymonat, ben presto comincia a interessarsi alla filosofia, in particolare per il pensiero di Kant da un lato e per le varie ideologie moderne dall’altro. Nel 1966 si laurea in filosofia all’Università degli studi di Milano con una tesi sull’epistemologia di Immanuel Kant. Dopo sette anni come assistente alla cattedra di filosofia teoretica a Milano, nel 1974 diventa prima direttore scientifico e poi, dal 1984 al 2001, presidente della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Contemporaneamente, insegna come professore di filosofia presso varie università italiane. Attualmente è vicedirettore dell’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia ed è direttore della Scuola di Formazione Politica Giovanni Ferrara, gestita dalla rinomata associazione politico-culturale Libertà e Giustizia.
Con le sue numerose pubblicazioni, Salvatore Veca è tra i maggiori filosofi contemporanei italiani ed esprime ripetutamente opinioni critiche sulla politica attuale. Accanto alla sua carriera accademica, svolge un’attività di consulenza e di direzione editoriale. Dal 1971 al 1973 è condirettore della rivista di filosofia Aut Aut e dal 1974 al 1981 cura la pubblicazione della collana di testi per l’università Readings della casa editrice Feltrinelli. Dal 1977 al 1992 dirige la collana Theoria della casa editrice Il Saggiatore e contribuisce alla pubblicazione di molti autori internazionali. Fa parte dei comitati scientifici di riviste quali Rassegna italiana di sociologia, European Journal of Philosophy e Italianieuropei. Inoltre, è direttore del mensile Il giornale di Socrate. Per il suo libro Dell’incertezza, nel 1998 riceve il Premio Filosofico Castiglioncello e, con decreto del Presidente della Repubblica, la medaglia d’oro e il diploma di prima classe per i benemeriti della scienza e della cultura. Nel 2000 Salvatore Veca è insignito del Premio dell’Accademia di Carrara per il suo libro La filosofia politica.